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domenica 10 dicembre 2017

Finanziamenti europei e ricerca italiana: il problema è sempre lo stesso

Sono usciti i dati sui finanziamenti europei del tipo Consolidator Grants (per ricercatori con circa 10 anni di esperienza), erogati dallo European Research Council:
https://erc.europa.eu/sites/default/files/document/file/erc_2017_cog_statistics.pdf
Tutto come da copione: un copione che tutti, tranne i nostri ministri, ormai conoscono a memoria.
L'Italia è solo sesta a pari merito per il numero di finanziamenti che saranno spesi nel paese: 14, molto meno di Gran Bretagna (60), Germania (56), Francia (38) e anche di Paesi Bassi (25) e Svizzera (19).
Per nazionalità dei proponenti, invece, gli italiani sono secondi, con 33 vincitori, dopo i 55 tedeschi e davanti a francesi (32), inglesi (31), spagnoli (23), olandesi (19), ecc.; gli svizzeri sono solo 9.

sabato 2 dicembre 2017

De nuptiis Bibliographiae et Technologiae

Qualche giorno fa, è comparsa una nuova visualizzazione nell'Indice SBN, per i coautori, nella lista dei risultati.
(Alcune settimane fa, era stata modificata, ma in modo diverso, la visualizzazione dei coautori nel record completo).

















A occhio, dovrebbe essere una quarantina d'anni che i coautori, in quella posizione, erano scomparsi dai cataloghi italiani (da altri anche prima).
Pur rimanendo al loro posto in tutti gli altri posti, comprese le citazioni più sciatte, accanto agli AA.VV., e il Chicago Manual (con un goffo, complicato e pleonastico and al posto dell'elegante trattino). Complicato perché, come gli americani in genere ignorano, esistono anche altre lingue. Autori francesi e titolo francese ma and in mezzo? Mah. In quel che si vede gratis, sul loro sito, esempi che non siano in inglese non ce n'è, ovviamente, nemmeno uno.

lunedì 6 novembre 2017

Le biblioteche americane sono sempre più avanti!
Danno già in lettura i libri del 2019...

Le biblioteche americane, si sa, sono sempre più avanti di tutti, in anticipo sui tempi.
Da mesi sono piene di libri del 2018, ma ora hanno cominciato a dare in lettura anche quelli del 2019!
Non ci credete?
Siete rimasti ancora al 2017? Non vi vergognate? Così retrò, roba da vecchi snob, da intellettuali...
Sveglia, si sa che a questo mondo, per avere successo, bisogna raccontare un po' di balle...


lunedì 30 ottobre 2017

Sistema universitario italiano e classifiche

Le "classifiche" delle università sono diventate uno degli sport preferiti (almeno ai vertici degli atenei e nella stampa), con il corollario di svarioni e smentite e, soprattutto, coll'abitudine dilagante a "fare notizia" senza capire da dove vengono i dati. Dati che sono in genere fortemente viziati dal prendere in conto pochissimi elementi (i più facili e meno costosi da rilevare, com'è ovvio), così da penalizzare, p.es., la didattica, le discipline umanistiche (p.es. facendo conteggi solo su database di scienze sperimentali), le culture nazionali (una di queste rileva, p.es., solo due riviste, pesantemente viziate nella selezione degli articoli), oltre ad usare modalità quanto meno spericolate per integrare i diversi indicatori (come è stato spiegato più volte su ROARS).
Tutto ciò dovrebbe essere ben noto, anzi evidente, ma non è su questo che vorrei proporre una riflessione.
Prendiamo l'ultima uscita (la segnalazione l'ho ricevuta oggi), ossia CWUR World University Rankings 2017 (<http://cwur.org/>). Facciamo finta che i dati (una classifica delle prime 1000 università del mondo) siano attendibili. L'esercizio si può, volendo, ripetere su altre classifiche "concorrenti".
Il dato più "notiziabile" in Italia, ovviamente, è che c'è solo un'università nelle prime 100, e poi altre 3 nelle prime 200, e che la prima si trova solo all'84° posto. Una débâcle?

domenica 29 ottobre 2017

Il catalogo di Pulcinella (Qualità dei cataloghi 14)

Nella letteratura bibliotecaria ci sono tante belle frasi su a che cosa servono le biblioteche, e sul fatto che le biblioteche producono informazioni bibliografiche di qualità. Ci fanno anche molti elmetti sul fatto che i cataloghi devono essere orientati agli utenti.
Poi, nel mondo reale, uno va a cercare i dati di un libro (anche solo per la pigrizia di digitarli) e trova roba così:




















giovedì 26 ottobre 2017

Alice nel paese delle meraviglie e gli imbroglioni

Due interessanti notizie (anzi tre), negli ultimi giorni, che hanno qualcosa in comune.
In Cina si scopre che, a forza di pompare la produzione (quantitativa) di articoli scientifici, come fosse la produzione di barili di petrolio, si pubblica un mare di articoli falsi, approvati da falsi referee.
Lo scandalo è segnalato da <https://www.scienzainrete.it/>, che rimanda a un buon articolo del «New York Times», <https://www.nytimes.com/2017/10/13/world/asia/china-science-fraud-scandals.html>
Però Alice nel paese delle meraviglie continua a pensare che la letteratura scientifica si basi sulla double-blind peer review (con tutto quello che sappiamo, prima della Cina, di cosa ne pensavano Einstein, Fermi e altri tizi che, evidentemente, di scienza capivano meno dei membri dell'Anvur).
Gli imbroglioni naturalmente ci sono sempre stati. Ma che dei professori (Anvur e ex-Anvur) credano a stupidaggini come il paesano sceso in città che abbocca al gioco delle tre carte davanti alla stazione, questo fa pena.
Meccanismi formali, sostanzialmente burocratici, facilmente manipolabili in mille modi, non garantiscono un bel niente, per quanto riguarda la qualità. La qualità si garantisce innanzitutto non dando valore alla quantità senza qualità (cioè non contando le pubblicazioni), e poi mettendoci la faccia, e la firma.

martedì 17 ottobre 2017

L'erba del vicino (e l'inutilità delle biblioteche e dei bibliotecari)

L'associazione bibliotecaria tedesca (Deutscher Bibliotheksverband) ha pubblicato la sua brochure sulle biblioteche: Report on the State of Libraries in Germany 2017/2018.
(Ma perché 2018, dato che siamo nel 2017, e i dati saranno, nella migliore delle ipotesi, dati 2016? Che domande, siamo innovativi, no? Orientati al futuro. Solo i passatisti stanno ancora nel 2017. E solo i passatisti pensano ancora che bisogna sapere di cosa si sta parlando).

La versione inglese sta a <http://www.bibliotheksverband.de/fileadmin/user_upload/DBV/publikationen/dbv_Bericht_2017_RZ_engl_Web.pdf>.
Poche pagine, piene di chiacchiere sulle tecnologie, come se le biblioteche vendessero apparecchi, ma purtroppo ci siamo abituati.
Qualche fatto?

domenica 24 settembre 2017

Antropologia della storia (e braccia rubate alla vanga)

Come nei cassonetti chi ci fruga trova a volte qualcosa di prezioso, così nelle sciocchezze e nei pasticci che persone incompetenti e prive di un po' di senso di responsabilità spargono nei cataloghi – che sono un patrimonio pubblico da tutelare, quanto i parchi e i prati da non riempire di cartacce e rifiuti – compare a volte qualche invenzione curiosa, come questa (il n. 2) che mi segnala un'amica bibliotecaria.


sabato 19 agosto 2017

Gli ordinari imbrogli di Google (e il digitale pubblico)

Si sa che Google dice, non dice, e dice bugie, a ogni piè sospinto e a proprio piacimento (oltre che a proprio tornaconto fiscale).
Ho già mostrato in parecchie occasioni - e chiunque può verificarlo da sé quando vuole scorrendo avanti la barra delle pagine di risultati - che circa il 90% dei risultati di una ricerca dichiarati al principio da Google non esistono (o, se esistono, non vengono fatti vedere a chi li chiede).
Anche Google libri è un pozzo di insondabili misteri, con file che appaiono e scompaiono, duplicazioni (della stessa digitalizzazione, intendo, non della stessa edizione) che proliferano come capita, e così via.
Particolarmente irritante, però, è quando una digitalizzazione realizzata tramite l'accordo con le biblioteche statali italiane viene nascosta all'utente. Dato che mi è capitato due volte in pochi giorni, vale la pena di occuparsene.

venerdì 9 giugno 2017

Ancora sul gioco (e la mafia, e i costi dell'ignoranza)

Su «La Repubblica» di oggi, veniamo a sapere non solo dell'inarrestabile crescita della spesa in giochi d'azzardo, ma che il settore è in gran parte, o sta sempre più passando, in mano alla mafia. <http://mafie.blogautore.repubblica.it/2017/06/786/>
Cosa del resto piuttosto ovvia: guadagni molto alti, facilità di sfuggire al fisco, tante pecore da tosare (e che, se si indebitano, possono servire ancora per i prestiti a usura, per farsi cedere attività economiche quasi gratis, come prestanome, ecc.).
Ma qualunque pagina del giornale si apra, i costi dell'ignoranza dilagano ovunque.

E non solo sul giornale, naturalmente. Per esempio, una cortese circolare della Regione Lazio ai proprietari di autoveicoli, che ricorda la scadenza del bollo (tassa automobilistica), avverte in un riquadro col titolo in rosso che «L'80% degli incidenti stradali gravi è provocato dall'utilizzo del telefono cellulare durante la guida».
(Come facessero gli italiani ad andarsi a schiantare prima, o a mettere sotto qualcuno, non è chiaro: forse bevevano di più).
Forse più che di ignoranza in senso stretto, qui si dovrebbe parlare di "insegnamento della stupidità", cioè del martellamento dei messaggi (nella pubblicità, nella politica, ma perfino, ad esempio, nelle riviste di biblioteconomia) che invitano a non pensare, non capire, non fermarsi a riflettere, usare sempre qualsiasi cosa qualcuno ti voglia vendere, cancellare l'espressione "senso di responsabilità", negare tutto ciò che è costitutivo dell'essere adulti.
"Life is now": mentre comunichi su Facebook, non ti distrarre a pensare che potresti schiacciare un ragazzo che aspetta l'autobus o una signora che si ostina a voler andare in bicicletta (del resto, fosse almeno uno smartcycle...).

martedì 9 maggio 2017

Costi dell'ignoranza e fuga dei cervelli

Il giornale ogni giorno ci ricorda i costi dell'ignoranza nel nostro paese. Per esempio nei giorni scorsi con la fortissima crescita dei casi di morbillo (per l'ignoranza su vantaggi e rischi delle vaccinazioni) ma anche con la morte di una bambina di due anni in uno scontro automobilistico (i genitori il seggiolino manco l'avevano montato, in macchina). Quale sarà il loro livello d'istruzione (e magari di lettura), come quello dei trogloditi che ammazzano spesso e volentieri la fidanzata o la ex? Telefonino del XXI secolo e testa da cavernicoli (senza offesa per i nostri progenitori, tra i quali sicuramente c'erano diverse persone che la testa ce l'avevano, tanto che dalle caverne siamo usciti. A proposito, l'avete letto Il più grande uomo scimmia del Pleistocene?)
Oggi «La Repubblica» ci ricorda invece, con l'articolo La beffa dei cervelli: ricercatori italiani premiati, ma due su tre lavorano all'estero,
http://www.repubblica.it/cronaca/2017/05/09/news/ricercatori_italiani_all_estero_i_piu_premiati-164990873/, un altro aspetto dei costi dell'ignoranza, ossia come la dissennata politica italiana su università e ricerca ci porti a finanziare la ricerca e le università degli altri paesi europei, invece che quelle italiane.

lunedì 1 maggio 2017

Necessario e insufficiente: il traduttore e il bibliotecario

In un bel libro sulla traduzione (e su Primo Levi), Domenico Scarpa scrive:
la traduzione integrale, la traduzione-come-copia, è un oggetto impossibile, come la teoria e l'esperienza possono facilmente dimostrare. In entrambi i casi però - la testimonianza, la traduzione - si tratta di una impossibilità teorica cui corrisponde una necessità pratica. Non è possibile in teoria eppure si fa, si deve fare, nella pratica: tradurre, testimoniare. Anche se non si raggiungerà il risultato ideale, anche se si è sicuri in partenza di non poterlo raggiungere. Ogni traduttore è consapevole di svolgere un lavoro necessario e insufficiente. Ciò che lo sorregge e lo spinge in avanti è l'ostinazione, il non accontentarsi mai, e anche la fiducia nella bontà del proprio operare.

domenica 30 aprile 2017

Cos'altro cresce in Italia, oltre al gioco d'azzardo?

Beh, non è difficilissimo indovinare. La corruzione? Forse, anche.
Ma come spesa pubblica? È facile, basta pensare a quella più inutile, la prima che vi verrà in mente.
La spesa militare, che è cresciuta dell'11% nelle uscite dello Stato tra 2015 e 2016.
<http://www.repubblica.it/economia/2017/04/29/news/armi_europa_sipri-164104393/?ref=RHPPBT-VE-I0-C6-P7-S1.6-T1>

venerdì 21 aprile 2017

Qualche considerazione sui risultati del concorso MiBACT

Si è concluso, con la pubblicazione della graduatoria, la selezione per bibliotecari del "concorsone" del Ministero dei beni culturali, i 500 nuovi funzionari promessi e ottenuti dal ministro Franceschini. I risultati si trovano a <http://riqualificazione.formez.it/content/concorso-ripam-mibact-primi-vincitori>.
Le polemiche sul fatto che ai bibliotecari siano stati destinati solo 25 posti (mentre non si faceva un concorso di dimensioni significative da 30 anni e ogni anno va in pensione una cinquantina di persone) sono note ed è inutile tornarci sopra.

La graduatoria mostra chiaramente quanto sia difficile, con un intervento così ridotto, intervenire sulla mancanza di ricambio e l'invecchiamento del personale.
Tra i venticinque vincitori, la più giovane ha già compiuto 30 anni, la meno giovane ne ha 50. Undici su 25 hanno più di 40 anni, e solo 5 ne hanno meno di 35.
Anche tra gli idonei (in tutto 60 persone) non ce n'è nemmeno uno sotto i 30 anni.

mercoledì 12 aprile 2017

Crescita +25%: le tigri asiatiche? No, il gioco online in Italia

C'è un settore, in Italia, che nel 2016 è cresciuto del 25%: il gioco online (legale e in regola col fisco).
L'ultimo rapporto si può leggere a Gioco online, mercato italiano a +25%: ora vale 1 miliardo, <http://www.corrierecomunicazioni.it/digital/46768_gioco-online-mercato-italiano-a-25-ora-vale-1-miliardo.htm>.
La curiosità su quanto cresca quello illegale, o quello in rete che elude il fisco italiano, ce la dobbiamo tenere.
Il settore, a quanto pare, conta ancora solo il 5% circa del mercato (complessivo del gioco d'azzardo in Italia), ma è molto promettente, come tasso di crescita.

martedì 11 aprile 2017

Catalogatori situazionisti? (Qualità dei cataloghi 12)

Evidentemente ci sono catalogatori situazionisti (vedi alla voce détournement, ma è meglio Wikipedia in inglese che in francese), che si annidano nei posti più imprevisti (perfino tra i salesiani).


venerdì 7 aprile 2017

Oxford e ancora Brexit (Off-topic)

Un amico mi ha segnalato questo articolo: La battaglia culturale di Oxford per resistere all’effetto Brexit, <http://www.lastampa.it/2017/04/06/esteri/la-battaglia-culturale-di-oxford-per-resistere-alleffetto-brexit-Bg4fPiPv1cSlQ89WPrmaVJ/pagina.html>.
Vi si dice fra l'altro che «Lo scontro in atto [...] ha radici profonde. Si fronteggiano due concezioni diverse della politica e della convivenza civile, le quali sfuggono alla semplice distinzione tra destra e sinistra. In un saggio recente, il giornalista David Goodhart ha coniato quella che sembra l’etichetta più felice per descrivere questi due schieramenti: Gli Anywhere (i nessunluogo) contro i Somewhere (i qualche luogo). Coloro che non si sentono legati ad alcun luogo si scontrano con coloro che sono radicati.»


A me, francamente, sembra che le cose stiano in modo molto diverso (anche se in Inghilterra non ci vado da molti anni). Non vedo p.es. nessuna incompatibilità tra l'essere europeisti e l'essere legati alle proprie radici (che sono, fra l'altro, molto europee, per chi conosce un pochino di storia).

venerdì 31 marzo 2017

Bambina prodigio e catalogatori che fanno danno invece che utile (Qualità dei cataloghi 11)

Una bibliotecaria mi ha segnalato il caso de La capanna dello zio Tom, edizioni Mursia.
In SBN ci sono 27 record, con date dal 1963 al 2010, che ovviamente sono quasi tutte ristampe inalterate o pasticci vari. Cioè record non solo inutili, ma dannosi.
(Nelle biblioteche manca il personale, lo so. Ragione di più per non sprecare tempo a fare lavori dannosi. Manca anche la formazione, lo so. Ragione di più per riusare i record corretti che già ci sono, invece di inserire ex novo record sbagliati compilati da incompetenti).
Il campionario di errori e stupidaggini lo potete vedere da soli.
Una delle stupidaggini più curiose sono i due record con doppia data, "copyr. 1963-1983" (IT\ICCU\RLZ\0189689) e "c1963-1983" (IT\ICCU\RLZ\0151233), come fosse una pubblicazione in più volumi. Divertente il "copyr.", come un cuoco che frigge gli spaghetti crudi invece di bollirli, ma ci mette lo scalogno perché ha sentito dire che lo usano i cuochi à la page.

sabato 18 marzo 2017

L'erba del vicino 2

La letteratura biblioteconomica tende molto, ai nostri tempi, a essere pura autopropaganda e autoconsolazione. Non soltanto - lo si è sempre fatto - preaching to the saved (predicare ai salvati, quelli che già sono convinti che le biblioteche sono importantissime ecc. ecc.), ma - cosa che è molto più grave - predicare che "tutto va bene, madama la Marchesa", le biblioteche sono al centro di tutto, sulla cresta dell'onda, più avanti di chiunque, ecc. ecc.
Il guaio però è che non ci crede nessuno (nessun altro), soprattutto adesso.
(Che in altri momenti, p.es. nei primi anni della diffusione di Internet, siano state davvero avanti, più avanti di altri, è vero, ma erano altri tempi).

venerdì 17 marzo 2017

L'erba del vicino...

Le biblioteche finlandesi sono sicuramente bellissime e funzionano benissimo.
Però, mi ha colpito questa figura (l'unica, in sostanza) di un articolo appena uscito che illustra le meraviglie (o pretese tali) della loro rete bibliotecaria.


giovedì 16 marzo 2017

La crescita, lo Stato biscazziere e l'ignoranza

Nelle scorse settimane sono state diffuse le cifre dell'andamento dei giochi d'azzardo in Italia. Secondo "La Repubblica", il giro d'affari legale tra 2015 e 2016 è aumentato dell'8% circa. Secondo l'Agenzia delle Entrate, però, l'aumento del 2016 rispetto al 2015 è addirittura del 22%, un tasso di crescita che manco la Cina degli anni migliori...
Invece in Italia la crescita del PIL, come è noto, non c'è (inutile litigare sui decimali, se è o non è 0,9%).
Il gioco d'azzardo costituisce poco meno del 5% del PIL italiano: un bel ramo d'industria, in cui si vende niente (o un pezzo di cartoncino colorato da grattare) in cambio di soldi veri.
Naturalmente l'Agenzia delle Entrate non rileva il gioco clandestino, quello su piattaforme online non italiane, ecc. ecc., e insomma tutta quella larghissima fetta del settore che non si traduce in entrate fiscali per la Repubblica italiana.
Trovate la notizia, p.es., a <http://video.repubblica.it/economia-e-finanza/siamo-il-paese-delle-slot-ma-a-vincere-sono-solo-i-privati/266848/267225>
e a <https://ilfoglietto.it/il-foglietto/5230-boom-dei-giochi-d-azzardo-lo-stato-biscazziere-festeggia-l-aumento-delle-entrate.html>.

Simpatico anche questo titolo: Gli italiani spendono per le slot machine 300 volte più che per i libri, su «L'Espresso», <http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/02/03/news/gli-italiani-spendono-per-le-slot-machine-300-volte-piu-che-per-i-libri-1.294818>.
L'argomento ha interessato anche Treccani, che nota che la spesa degli italiani è raddoppiata negli ultimi 8 anni <http://www.treccani.it/magazine/societa/Gioco_d_azzardo_patologico_nel_2016.html>.

domenica 12 marzo 2017

Pensierino del mattino

Un paese in cui il CUD è lungo 11 pagine (record di quest'anno), di cui 1 completamente bianca e un'altra quasi, e in cui gli unici dati significativi occupano non più di 10 cm quadrati in corpo microscopico, non può che andare in malora.
Non è solo un paese "senza sapere", ma un paese in cui le persone tengono sempre acceso il telefonino e non si ricordano mai di accendere il cervello.

martedì 28 febbraio 2017

Ordinaria pecionaggine (Qualità dei cataloghi 10)

Ogni tanto si sente ancora ripetere da qualcuno (evidentemente rimasto su Marte negli ultimi vent'anni o giù di lì) che i bibliotecari italiani si dilettano di catalogazione.
Una collega (che cerca di far bene il suo lavoro) mi ha segnalato questo caso, per un paio di dubbi. Ma, al di là dei dubbi, è un buon caso per quei giochini da «Settimana enigmistica» su "Trova i dieci errori in questo disegno", o qualcosa del genere.

lunedì 20 febbraio 2017

Evadere

Per evadere un po' dalla sconfortante piattezza, mancanza di analisi, e perciò anche di senso critico, della letteratura biblioteconomica corrente, ogni tanto conviene prendere in mano (si fa per dire, io prendo i pdf in rete: molte università hanno accesso al sito delle riviste del Mulino) una rivista dove ci sono sia delle idee, sia dei solidi fatti sulla base dei quali argomentarle.
Per esempio «Il Mulino», che nell'ultimo fascicolo del 2016 (n. 6) offre tra l'altro un bel saggio di Salvatore Biasco sulla democrazia (dove si spiega che la democrazia non si riduce alle procedure, checché ne pensino un po' di ottusi ragionieri della politologia: così come la qualità di una rivista non si riduce alla mera applicazione delle procedure di peer review).

Libri e lettura: che c'è di nuovo?

Nei primi mesi dell'anno escono in genere parecchi dati su quello precedente.
Fra le notizie segnalate nella colonna a fianco (e non solo), continua il periodo negativo per gli ebook.
(A proposito, non trovo da nessuna parte, in rete, che uno dei presunti esperti che hanno sostenuto per anni che ci sarebbe stata una crescita mirabolante e irresistibile, faccia ammenda, e provi a ragionare su come mai si è sbagliato).
In forte declino ormai da anni le vendite dei lettori dedicati (cfr. p.es. https://www.justpublishingadvice.com/the-e-reader-device-is-dying-a-rapid-death/), anche le vendite degli ebook sono calate nel 2016, nei paesi più avanzati: meno 16% negli Stati Uniti e, in Canada, un calo percentuale dal 19% al 16,8% del mercato.

sabato 11 febbraio 2017

Omaggio a Ranganathan (Qualità dei cataloghi 9)

Di Ranganathan si è tornato a parlare spesso, negli ultimi anni.
È una bella cosa perché è un personaggio interessante (anche se non tutte le sue idee sono condivisibili).
Comunque, sarebbe bene intanto non sbagliargli il nome, nei cataloghi, e non sbagliargli i titoli.



domenica 15 gennaio 2017

Precariato e volontariato dei beni culturali: c’è un rimedio?

Valentina ci manda questa storia che abbiamo letto con interesse (e con raccapriccio) e che abbiamo deciso di condividere con chi ci segue.

La problematica dei precari e dei volontari dei beni culturali è cosa annosa e risaputa. 
Ma non per questo si dovrà cessare di parlarne e di riflettere su di essa. Anzi: in attesa che il MiBACT (e chi altri di dovere) prenda seriamente in carico la questione, ciò che più conta è informare e mantenere sempre accesa l’attenzione sulla piaga in questione: che de-professionalizza gli addetti ai beni culturali, e che svaluta i beni culturali stessi (e che in altre parole, allora, non li «valorizza» né li «tutela», come disporrebbe invece il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, «in attuazione dell’articolo 9 della Costituzione»). 
Per questo è importante raccontare la storia di Federica, volontaria della Biblioteca Nazionale di Roma: «volontaria perché da anni non pare ci sia altro modo di inquadrarci che come iscritti ad un associazione di volontariato». 

mercoledì 4 gennaio 2017

Aspettando il vento... (Buon 2017!)

Aspettando il vento?
Non nel senso in cui "questo mondo è pien di vento": aria senza sostanza ce n'è già troppa.
Ma nel senso di un po' di vento fresco che smuova la cappa grigia di superficialità, approssimazione, conformismo, ripetizione di luoghi comuni in automatico, inutile confuso inseguimento delle ultime idee di passaggio, che affligge il mondo delle biblioteche e della biblioteconomia.
Alzare un po' la testa, guardare l'orizzonte e prendere un po' d'aria?

Non accontentarsi di tirare a campare?
Non rinunciare non solo a mantenere la qualità (delle acquisizioni, della catalogazione, dei servizi, ecc.) ma persino pensare a migliorarla?
Darsi delle strategie e porsi degli obiettivi propri, invece di imitare superficialmente e velleitariamente il bombardamento di messaggi effimeri del big business?
Buon 2017!


P.S. Lo so, ho poco tempo in questo periodo, ma non ho intenzione di stare zitto a lungo ;-)