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martedì 28 febbraio 2017

Ordinaria pecionaggine (Qualità dei cataloghi 10)

Ogni tanto si sente ancora ripetere da qualcuno (evidentemente rimasto su Marte negli ultimi vent'anni o giù di lì) che i bibliotecari italiani si dilettano di catalogazione.
Una collega (che cerca di far bene il suo lavoro) mi ha segnalato questo caso, per un paio di dubbi. Ma, al di là dei dubbi, è un buon caso per quei giochini da «Settimana enigmistica» su "Trova i dieci errori in questo disegno", o qualcosa del genere.


Squisitamente catalografico è il dubbio se ci vadano i due punti prima delle date. Direi proprio di no, ma questo è appunto un dubbio squisitamente catalografico, non una manifestazione d'ordinaria pecionaggine.
La pecionaggine comincia subito dopo, con la E maiuscola (in tedesco vanno maiuscoli i sostantivi, non gli aggettivi).
Il capolavoro di pecionaggine è l'area 4.
"Praga"? In italiano? Naturalmente no, il luogo di edizione non c'è, o meglio non c'è come informazione distinta. C'è l'editore, "Národní galerie v Praze", che significa "Galleria nazionale in Praga", o più semplicemente "di Praga" (non è tanto difficile, naturalmente ha una pagina in Wikipedia, e comunque forse conoscete Google Translate).
Naturalmente "v" senza punto, è una preposizione, non è un'abbreviazione. (E se non sapete che è una preposizione, non è un buon motivo per aggiungerci un punto che non c'è).
La Galleria nazionale di Praga ha sede a Praga, e quindi il luogo è [Praha], con le sue belle quadre. (Se non sapete come si chiama Praga, potete sempre guardare in Internet).
In "Národní galerie v Praze" ci sono due accentate, che il catalogatore si è dimenticato.
Altro bell'esempio di pecionaggine è la nota "Catalogo della mostra tenuta a Praga e Nurnberg nel 2016-2017". Perché non "a Prag [il frontespizio è in tedesco] e Norimberga", tanto per cambiare? (Anche se uno non sa come si chiama Norimberga, esiste Wikipedia).
Comunque, se si dovesse scrivere "Nürnberg", bisogna non dimenticarsi l'umlaut.
(Che cos'è l'umlaut? Lasciamo perdere...)
Finito? No, si può ancora apprezzare che in area 1 il catalogatore ha correttamente trascritto il nome del primo curatore (Jiří Fajt, con due diacritici: miracolo!) ma nell'intestazione secondaria (ossia nell'archivio degli autori) i diacritici mancano.
(Che SBN e/o il suo Opac hanno dei problemi con i caratteri speciali, lo so, da circa 30 anni: ma nel frattempo, avendo l'informatica fatto un bel po' di progressi su questo piano, non si poteva proprio risolvere il problema?)

Quanti sono questi errori? Potete contarli voi. Quanto sono gravi? Forse non sono gravi, solo ordinaria pecionaggine. Ma l'ordinaria pecionaggine conta: andate volentieri a mangiare la pizza dove sulla mozzarella troneggia un capello? Mangiate con piacere gli spaghetti alle vongole con la sabbia compresa nel prezzo? E quelle belle tazzine del caffè con la gora marrone (o rosa) sul bordo?

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