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domenica 23 settembre 2018

Va bene che Croce era precoce... (Qualità dei cataloghi 15)

Benedetto Croce, oltre ad avere scritto una quantità notevolissima di libri e di saggi (senza trascurare non solo di scriver lettere, ma anche di svolgere a periodi un'intensa attività politica e di organizzazione della cultura, e senza privarsi delle salutari oltre che stuzzicanti passeggiate tra le librerie napoletane), è stato anche uno studioso precoce.
D'accordo, ma 22 anni prima di nascere (come si legge tre righe sopra, non c'è neanche bisogno di aprire Wikipedia) è un po' troppo.



martedì 11 settembre 2018

Cari bibliotecari, non dimenticate Branciardi!

Luciano Bianciardi, oltre che un grande scrittore (La vita agra resta un bellissimo romanzo) e un acutissimo osservatore della vita culturale e sociale (i fannulloni frenetici e gli intasatori sono tuttora il nostro tormento quotidiano, anzi ci tafanano tutti i giorni) è stato anche, da giovane, un bibliotecario di grande passione e spirito d'iniziativa.
Alla Biblioteca comunale Chelliana di Grosseto, dal 1949 al 1954, come ha ricostruito definitivamente Elisabetta Francioni nel suo bel libro (che si legge come un romanzo ma è basato su vera ricerca oltre le leggende e le chiacchiere):

Benemerita iniziativa, quindi, dedicargli anche tesi di laurea.


Catalogandole, però, sarebbe meglio non sbagliargli il nome, altrimenti questo record (in cui non c'è mai il suo nome giusto) nessuno lo può trovare.


Non c'è nemmeno un soggetto: ma quella è roba antidiluviana, di quando i cataloghi erano fatti con attenzione e per servire agli utenti, non per sgombrarsi il tavolo pensando ad altro, da FB al web semantico.

P.S. La R e la I non stanno vicine sulla tastiera, non è il ditino che è scivolato.

domenica 9 settembre 2018

Com'è davvero l'università italiana

Nell'oceano di stupidaggini che si dicono e si leggono sull'università italiana, sbagliando tutti i dati e senza capire nessuna questione (informarsi e ragionare, anche per i giornalisti, devono essere attività troppo faticose e time-consuming: come potrebbero fare, poveretti, a staccarsi un attimo da FB e Twitter...), qualche bella giornata capita di leggere quattro righe di uno che le cose le sa, ed è pure capace di ragionare.
Purtroppo in Italia non sai mai se avrai i fondi per fare ricerca, per far lavorare i giovani dottorandi, viaggiare o organizzare congressi. Per questo il paese attrae poco. Ma se penso alle lezioni che seguivo all'università, in giro per il mondo non ne ho mai ritrovate di altrettanto profonde. Speriamo che la fuga dei cervelli non rovini mai questo patrimonio.
È Alessio Figalli (Medaglia Fields 2018 per la matematica) sulla «Repubblica», che spiega per quale motivo, almeno per ora, non ha intenzione di tornare in Italia. Anche se la Sapienza gli aveva offerto - 9 anni prima della Medaglia Fields, dicesi 9: dopo sono buoni tutti - una cattedra a Roma per chiamata diretta.
Un ragazzo simpatico, liceo classico a Roma, poi la Normale a Pisa, e dopo il dottorato ottime offerte di lavoro a Parigi (CNRS), a Austin (Texas) e quindi a Zurigo (ETH).
Ma noi continuiamo imperterriti, dopo aver dato ai nostri figli una situazione peggiore di quella che abbiamo vissuto noi, a fare terra bruciata per i nostri nipoti. A cancellare l'Italia dalla carta geografica ci vuole tempo, almeno un paio di generazioni, ma ce la stiamo mettendo tutta.

P.S. Anche a proposito dell'invito della Sapienza sono state dette e scritte fesserie, i fatti si possono trovare a <https://www.roars.it/online/e-vero-o-falso-che-a-figalli-fu-proposto-un-concorso-su-misura/>.