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sabato 5 dicembre 2020

Premio Maria A. Abenante

Il premio istituito per ricordare la collega Maria Abenante, che abbiamo perso troppo prematuramente nel febbraio 2019, è stato vinto da Annunziata Pastorini, per la sua attività presso la Biblioteca Annalisa Durante, di Napoli. 
La Giuria del Premio è stata presieduta da Paul Gabriele Weston.  
Una menzione speciale è stata assegnata ai progetti Abbracciami con un libro e Biblioteche fuori le mura della Casa circondariale di Lanciano, al progetto Biblioteca a un passo da te della Biblioteca Leggeri di Potenza, e alla bibliotecaria Ida Di Rosa della Biblioteca civica Umberto Eco di Nizza Monferrato.
 La videoregistrazione dell'evento è disponibile nel canale YouTube AIB. Il discorso completo del Presidente della giuria è reperibile qui
 
(Fonte: Aib Web e Aib-Cur)

mercoledì 25 novembre 2020

domenica 22 novembre 2020

Il lavoro in biblioteca, da Massa una proposta per il reddito di cittadinanza


A Massa, in terra di Toscana, i consiglieri comunali 5 stelle presentano un progetto sull'impiego delle persone  che percepiscono il reddito di cittadinanza.  Il tutto è ripartito in sei aree (PUC): si va dalla pulizia delle scuole alla sistemazione dei giochi, dalla pulizia delle spiagge all'accompagnamento dei bambini, dalla raccolta dei piccoli rifiuti alla spesa a domicilio e consegna farmaci per gli anziani, dalla pulizia del centro storico alla manutenzione dei percorsi naturalistici. Tutte attività indubbiamente di grande utilità, ma che a spanna non mi sembrano richiedere competenze specifiche (e però qualche riserva sull'accompagnamento dei bambini la farei), semmai buona volontà e occhio.
Poteva mancare la biblioteca? si chiede la collega che segnala la vicenda su Facebook. Cero che no, anzi è la prima area indicata. Finalmente qualcuno in politica si è accorto che la biblioteca è un servizio importante... Alt, prima di festeggiare però è meglio vedere le attività proposte: vi figurano catalogazione, creazione di percorsi di lettura e front office (leggere per  credere). Competenze richieste:  nessuna, a quanto sembra.!
In attesa che la sezione toscana dell'AIB dica la sua e eventualmente bacchetti questa ennesima leggerezza, vi anticipo la mia, ed è che a un certo punto trovo anche umiliante spiegare a assessori consiglieri e sindaci di vario colore politico che queste attività richiedono una certa preparazione, e che addirittura ci sono corsi di studio universitari appositi, o comunque concorsi con prove toriche e tecniche.
Qualcuno potrebbe osservare - insiste la collega, notoriamente una che non molla facile - che  tra chi percepisce reddito di cittadinanza ci potrebbero essere anche laureati specializzati in discipline biblioteconomiche. Vero, ma allora potrebbero esserci anche architetti, o avvocati, e quindi bisognerebbe trovare dei progetti anche per loro, in modo che bibliotecari, archivisti, e specialisti dei beni culturali in generale non abbiano di che alimentare il loro noto vittimismo. Gli è che non credo che la cosa si risolva concettualmente così, e anzi sospetto che ci sia soltanto l'atavica sottovalutazione di questi lavori, quella che spinge molte amministrazioni a proporli come volontariato amatoriale non retribuito.
Che dire: speriamo prima che il Sindaco e la Giunta facciano qualche verifica, prima di prendere per buono la volenterosa e disinformata proposta. E che anche i volenterosi consiglieri abbiano modo di precisare meglio il loro intento.

giovedì 5 novembre 2020

Garantire i servizi delle biblioteche. Un appello dalla Toscana

La desertificazione delle attività culturali (cinema, teatro, musei, mostre, parchi archeologici) che sta avvenendo massicciamente a seguito dei provvedimenti di chiusura per l'epidemia di Covid, non pare trovare un grande ostacolo nel Ministro dei beni culturali, nonostante la sua posizione di  rilievo nella cabina di regia delle chiusure.

Per la verità qualche "malpensante" ha avanzato il sospetto che il Ministro non solo non si opponga, ma che anzi ne tragga linfa ideale per i progetti di digitalizzazione a lui cari, tipo la Digital library italiana e la Netflix del cinema. Sarebbe perfino superfluo ricordargli ancora una volta che ambedue le realtà esistono e resistono, indipendentemente dal brand in inglese: basterebbe migliorare l'offerta, ottimizzare i canali di accesso, potenziare gli strumenti di SBN, Internet culturale, Raiplay, tanto per citare tre realtà molto solide e già implementate.

In questo panorama di sostanziale disinteresse per la cultura dal vivo, le biblioteche e gli archivi non arrivano neppure a essere menzionati esplicitamente, e meno che mai è stata avviata una riflessione sul tipo di presidio informativo e culturale che possono continuare a svolgere. Se chiudere gli accessi è discutibile, chiudere i servizi è impensabile. E' questo il focus di un appello lanciato in Toscana. Lo riprendo da un post di Maria Stella Rasetti, direttrice della Biblioteca San Giorgio di Pistoia.

"Il DPCM di oggi vieta l'accesso al pubblico nelle biblioteche, ma non le nomina neppure: sono "altri istituti della cultura", residui non ben identificati, spiccioli dimenticati in una tasca. Noi bibliotecari siamo chiamati a dar fondo alla nostra energia e alla nostra creatività per riattivare in forma nuova, nel rispetto della legge, i servizi di prestito e restituzione, e garantire un presidio culturale attivo, a cui tutti i cittadini possano accedere tramite l'impiego delle tecnologie digitali e del telefono. I cittadini ne hanno diritto. Non possono essere lasciati ancora una volta senza biblioteche. Domani, sotto il coordinamento di Francesca Navarria le reti documentarie toscane si ritroveranno per definire una strategia comune per offrire supporto alle nostre comunità in una modalità resiliente e innovativa. State a vedere".
(renato.tamburrini@gmail.com)

 

venerdì 22 maggio 2020

Le buone notizie e la mala pianta dei progetti incompiuti




Un lancio dell'ANSA ci informa che il catalogo della Biblioteca dell'Accademia dei Georgofili è stato reso disponibile su WorldCat: "dopo l'inserimento nel Servizio bibliotecario nazionale, l'Accademia dei Georgofili, la storica istituzione fiorentina che si occupa di agricoltura, ha deciso di aderire anche a reti bibliotecarie internazionali, al fine di dare maggiore visibilità al proprio patrimonio librario e offrire nuovi strumenti di ricerca per studiosi di tutto il mondo. Così da questo mese la biblioteca dei Georgofili è stata resa disponibile sul catalogo WorldCat dell'Online computer library center (Oclc), la più grande banca dati bibliografica del mondo, con oltre 75.000 tra biblioteche, università e altre istituzioni partecipanti. "Dai 44.497 record bibliografici inseriti, ben 31.649 (oltre il 70%) - spiega l'Accademia - sono risultati nuovi, quindi un materiale unico in possesso dell'Accademia dei Georgofili. Un grande arricchimento per la comunità scientifica mondiale e una notevole opportunità per i l'Accademia di essere valorizzata per il suo inestimabile patrimonio librario". 

Tutto bene? Direi di sì: la partecipazione alla grande impresa del catalogo nazionale SBN, che sta diventando sempre più ricco e - come indicano gli accessi - sempre più consultato, si accompagna all'enorme facilitazione per la ricerca internazionale rappresentato da WorldCat  e dalla sua stretta interconnessione con Google Books.  Ci saranno ancora iniziative in questa direzione, così ben supportate dallo staff della fiorentina IFNET, referente italiana di OCLC?  Credo che sia auspicabile e ragionevole, mantenendosi a debita distanza di sicurezza dalle tentazioni dello sciovinismo culturale e dell'autosufficienza bibliografica.

Ma non sia mai che si possa concludere un discorso sulle biblioteche senza neppure una recriminazione. Eccola qua, un po' di sistema e un po' personale: in passato sono stati raggiunti traguardi importanti proprio sul versante WorldCat (milioni di record e centinaia di biblioteche) che hanno coinvolto molte università. Queste realizzazioni hanno impegnato persone e risorse, ma a volte sono entrate in un cono d'ombra e non più aggiornate, magari per un cambio di software gestionale o per malintese forme di concorrenza. E alla fine il rischio è quello tutto italiano delle opere inaugurate con tanti annunci e poi trascurate nella manutenzione e nell'aggiornamento. Un destino ineluttabile? Sarei felice di essere smentito, ma velocemente. Modello ponte di Genova, per intenderci.