La desertificazione delle attività culturali (cinema, teatro, musei, mostre, parchi archeologici) che sta avvenendo massicciamente a seguito dei provvedimenti di chiusura per l'epidemia di Covid, non pare trovare un grande ostacolo nel Ministro dei beni culturali, nonostante la sua posizione di rilievo nella cabina di regia delle chiusure.
Per la verità qualche "malpensante" ha avanzato il sospetto che il Ministro non solo non si opponga, ma che anzi ne tragga linfa ideale per i progetti di digitalizzazione a lui cari, tipo la Digital library italiana e la Netflix del cinema. Sarebbe perfino superfluo ricordargli ancora una volta che ambedue le realtà esistono e resistono, indipendentemente dal brand in inglese: basterebbe migliorare l'offerta, ottimizzare i canali di accesso, potenziare gli strumenti di SBN, Internet culturale, Raiplay, tanto per citare tre realtà molto solide e già implementate.
In questo panorama di sostanziale disinteresse per la cultura dal vivo, le biblioteche e gli archivi non arrivano neppure a essere menzionati esplicitamente, e meno che mai è stata avviata una riflessione sul tipo di presidio informativo e culturale che possono continuare a svolgere. Se chiudere gli accessi è discutibile, chiudere i servizi è impensabile. E' questo il focus di un appello lanciato in Toscana. Lo riprendo da un post di Maria Stella Rasetti, direttrice della Biblioteca San Giorgio di Pistoia.
"Il
DPCM di oggi vieta l'accesso al pubblico nelle biblioteche, ma non le
nomina neppure: sono "altri istituti della cultura", residui non ben
identificati, spiccioli dimenticati in una tasca. Noi bibliotecari siamo
chiamati a dar fondo alla nostra energia e alla nostra creatività per
riattivare in forma nuova, nel rispetto della legge, i servizi di
prestito e restituzione, e garantire un presidio culturale attivo, a cui
tutti i cittadini possano accedere tramite l'impiego delle tecnologie
digitali e del telefono. I cittadini ne hanno diritto. Non possono
essere lasciati ancora una volta senza biblioteche. Domani, sotto il
coordinamento di Francesca Navarria
le reti documentarie toscane si ritroveranno per definire una strategia
comune per offrire supporto alle nostre comunità in una modalità
resiliente e innovativa. State a vedere". (renato.tamburrini@gmail.com)
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