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domenica 16 ottobre 2016

I linked data e i vestiti dell'imperatore (o erano le preziose ridicole?)

Nei congressi bibliotecari di questi tempi va di moda citare (e spesso far vedere), come esempio di linked open data, il sito http://data.bnf.fr/.
"Guardare e non toccare", si diceva una volta ai bambini. "Guardare e non leggere", mi pare uno stile dilagante nei convegni (e nella letteratura) "professionali" (con le virgolette, sì).


La lista degli "autori più popolari" l'avete letta, o solo guardata?
Non so quanta gente oggi si dedichi a leggere Maupassant (forse sbaglia a non leggerlo, ma comunque non credo che siano molti a leggerlo).
Che Victor Hugo sia uno scrittore famoso, è ridicolo che lo si dica qui (sicuramente al mondo sono molte di più le persone che già conoscono Victor Hugo che quelle che conoscono la BnF).
Popolari gli altri 5 che seguono? Li avete mai sentiti? Quante centinaia o migliaia di autori più popolari ci sono?
En passant, ma se sono così famosi e popolari, possibile che non si riesca ad avere l'anno di nascita (ed eventualmente di morte) anche di quelli per i quali non è indicato? O si mette un po' sì e un po' no perché, com'è noto, il mondo è bello perché è vario?


Seconda colonna, le opere. Ma quali opere? Quale Dictionnaire philosohique? Sarà quello di Voltaire, o qualcun altro? Ce lo volete dire per favore?
Sotto, Fables. Benissimo, ma ci volete dire quali Fables? Di Esopo o di La Fontaine o di chi?
Se ci si vuole occupare di "opere", bisogna sapere da dove, e come, si comincia (e perciò, bisogna sapere anche che il nome dell'autore è indispensabile per identificare una larga percentuale delle opere realmente esistenti, come ha dimostrato da decenni la teoria della catalogazione).


Terza colonna: gli argomenti più "popolari".
Scopriamo (mi raccomando, aprite la bocca in un'espressione di meraviglia) che tra gli argomenti più "popolari" c'è France, la Francia. Notizia inattesa. Immagino che nella BnF ci sarà un milione di documenti, se non di più, che ne trattano in qualche modo. Troppi, per offrirli tutti insieme così.
Possiamo consolarci con la preempzione, o più facilmente prelazione, nel diritto europeo. Immagino che la rete sia piena di gente interessata all'argomento, certo più di quella che s'interessa a un fenomeno circoscritto come la Francia.
(N.B. È proprio la Francia in generale, non c'è un trattino prima. Mentre Chansons, evidentemente dipende dal trattino alla riga di sopra: le canzoni della prima guerra mondiale. Si sa che l'interfaccia deve essere user friendly, e quindi deve utilizzare le cognizioni sull'uso del trattino nelle voci di soggetto precoordinate - anche quando visualizzate su più righe - che qualsiasi cibernauta, notoriamente, ha sulla punta della lingua).



Riprendendo la pagina a distanza di un mesetto, vediamo che Maupassant e Victor Hugo sono passati di moda, ma Molière sta scalando la classifica. Viene a proposito, almeno per Le preziose ridicole, che si applica benissimo al nostro caso.
Come mostrano la preempzione e i protozoi d'acqua dolce, o il servizio è così poco usato che basta un utente di passaggio con le curiosità più particolari per balzare in cima alle classifiche, o l'algoritmo funziona che peggio non si potrebbe.
Per evitare figure così ridicole, si potrebbe magari scrivere nella pagina qualcosa di più sensato, p.es. "argomenti che qualcuno ha cercato oggi" (o, chissà, "nell'ultima ora").


Domanda: ma davvero qualcuno può pensare seriamente che una roba così serva a qualcuno? "Ma davero davero?", come si dice a Roma?
Può servire a fare una slide a un convegno, sì (almeno se l'uditorio è distratto perché sta leggendo o scrivendo sul telefonino o il tablet).
A parte questo, non ha né capo né coda, e non serve praticamente a niente.
Per qualcuno che studia qualcosa seriamente, non serve a niente.
Per uno studente delle medie o delle superiori che deve fare la sua ricerchina, neanche (c'è moltissimo di meglio, sulla rete: se avete dei figli o nipoti, chiedeteglielo. Su questo la sanno sicuramente più lunga degli illustri consulenti di portali "culturali").
(Per quelli che leggono distrattamente: Non sto dicendo che non serve a niente Gallica, o che non serve a niente il catalogo della BnF: quelli servono, a molti e a molto. È questa robaccia, che non serve a niente)


Passando alle cose serie, le grandi biblioteche si sono in genere costruite nel tempo un prestigio e una credibilità culturale e scientifica, tramite l'azione di bibliotecari di grande cultura e competenza, come - nel caso di Parigi - Léopold Delisle e Julien Cain.
A dissipare una grande eredità ci può volere molto tempo. Ma siamo sulla buona strada...

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