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venerdì 2 settembre 2016

Finalmente una svolta per le biblioteche!

È uscito il call for papers del convegno BOBCATSSS 2017, il grande convegno di biblioteconomia che si tiene nei paesi nordici. Nel depliant ci sono 3 immagini.
La prima ci fa gentilmente capire che i libri e la conoscenza (sul libro c'è scritto Knowledge) sono ormai inutili e ce ne possiamo sbarazzare: si appendono a un palloncino (è il loro destino di essere appesi a un filo), se ne vanno nelle nuvole (si sa che chi legge ha sempre la testa nelle nuvole), e poi naturalmente - lo sappiamo tutti fino da bambini - il palloncino sale, non si vede più, poi scoppia da qualche parte e quello che c'era appeso va perduto. Finalmente ce ne sbarazziamo!


Dato che le buone notizie (o erano quelle cattive?) non vengono mai sole, la terza figura arriva a confortarci: una mano premurosa (di bibliotecario/a, si suppone) porge la playstation alla dolce manina del bimbo che si protende verso di lei.


Finalmente! Per l'azione coraggiosa e lungimirante di biblioteche e bibliotecari, i bambini non languiranno più nelle loro camerette colme di libri che i genitori gli regalano con qualsiasi scusa (Natale, il compleanno, le vacanze), sempre a leggere, ma potranno, almeno una volta ogni tanto, in biblioteca, mettere anche un ditino sulla playstation. Come tutti sappiamo, fino ad oggi avevano potuto vederla solo i figli di qualche magnate, nelle loro labirintiche ville circondate da guardie armate.
Un intervento delle istituzioni pubbliche in questo campo, col denaro dei contribuenti, è necessario, ovviamente, perché le forze del mercato non sono in grado di far arrivare queste meraviglie ai comuni cittadini, al contrario dei libri che, com'è noto, costituiscono l'impresa commerciale più fiorente del pianeta e, non avendo fra l'altro ricadute sociali positive, non hanno alcun bisogno di interventi di sostegno delle istituzioni.
Le libroteche (pardon, biblioteche) potranno finalmente difendere la loro funzione sociale, che è quella di permettere a tutti di mettere le mani su una playstation. Ciò senz'altro migliorerà molto le capacità dei più giovani, che hanno raggiunto una straordinaria competenza di lettura e scrittura, di ragionamento e di calcolo, traducono all'impronta Proust in greco antico, parlano 7 lingue di cui almeno 2 orientali, calcolano l'interesse composto di un mutuo a mente, ma sono proprio delle schiappe con i videogiochi, cosa che nuoce allo sviluppo sociale.
Dato che l'obiettivo sarà rapidamente raggiunto, suggerisco per il prossimo convegno di sostituire l'ultima figura con una slot machine, l'esempio più attuale e à la page di medium interattivo. (Ai videogiochi, si sa, ormai ci giocano solo tardoni come Renzi e Orfini, immortalati dai siti di gossip).
Anche le slot machines, infatti, hanno molto bisogno di essere sostenute da investimenti pubblici e campagne delle istituzioni culturali, avendo un tasso di crescita inaccettabile: p.es., in Italia, il fatturato del gioco d'azzardo è salito, negli ultimi 15 anni, solo da 10 miliardi di euro a meno di 90, mentre sappiamo che la spesa per istruzione e ricerca è cresciuta almeno dieci volte tanto (e non parliamo di quella per i libri: del resto, basta entrare in qualsiasi baretto d'Italia, soprattutto in provincia, per vedere una fila di persone di spalle con gli occhi fissi sui loro libri...).

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