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sabato 17 settembre 2016

ERC Starting Grants 2016

Luca ha segnalato i risultati del bando ERC Starting Grants 2016 (se non sbaglio, i più importanti finanziamenti per studiosi "giovani"; qualche mese fa erano usciti i risultati degli Advanced Grants, per studiosi affermati, tra i quali, in Italia, Angela Nuovo).
Mi pare che ci sia stato un certo arretramento rispetto agli anni scorsi, occorrerebbe verificare.
Comunque, come gli anni scorsi, i ricercatori italiani sono in ottima posizione (le statistiche sono a https://erc.europa.eu/sites/default/files/document/file/erc_2016_stg_statistics.pdf, sul sito ci sono anche gli elenchi), ma in gran parte lavorano già all'estero, o andranno a spendere all'estero questi (generosi) finanziamenti.

In breve:
-- gli italiani sono al terzo posto (22 progetti vincitori, alla pari dei Paesi Bassi; molto meglio di noi Germania e Francia, un po' peggio di noi la Gran Bretagna);
-- ma come paese in cui lavorano o lavoreranno questi ricercatori, siamo al decimo posto (alla pari con l'Austria e preceduti, oltre che dai paesi già citati, anche da Svizzera, Spagna, Belgio, Irlanda e Svezia);
-- siamo il solo paese tra quelli "grandi" in cui gli "emigrati" siano più dei "rimasti" (fanno peggio di noi solo l'Austria e la Grecia, se vedo bene).

Ne consegue, fra l'altro, che l'Italia non ci guadagnerà dei soldi, ma ce li rimetterà. I soldi europei non piovono dal cielo, l'Italia è il terzo contribuente alla UE, e quindi finanzierà la ricerca scientifica degli altri paesi. Ben gli sta, si potrebbe dire: non vuoi finanziare la ricerca in Italia? E allora, tramite la UE, la finanzierai in Gran Bretagna, Paesi Bassi, ecc.

Naturalmente ci sono sempre gli integrati (distinti dagli apocalittici) pronti a dire "ma che bello", i nostri ragazzi in giro per il mondo. (Anche io ne ho due in giro, uno fisso a Ginevra, uno mezzo a Parigi, ma in questi giorni in Giappone).
Un pensierino strategico, di medio/lungo periodo, una volta ogni tanto, lo vogliamo fare, o proprio mai per principio?
I nostri ragazzi riescono ancora a vincere (ma meno, se non sbaglio, degli anni scorsi), perché evidentemente vent'anni di politica dei nostri governi contro l'università e la ricerca non l'hanno ancora annientata. Per quanti diserbanti ci si mettono, cresce ancora dell'erba. Ma continuando così, andranno a diminuire, a lume di logica, anche quelli che riescono ad affermarsi all'estero. Il declino si fa un passo dietro l'altro, non tutto in una volta.

Tra le curiosità, tra i 10 coraggiosi che impiegheranno il grant in Italia c'è una mosca bianca, uno che verrà da un altro paese d'Europa in Italia. Possibile? Controllando un po', è un tedesco, di cognome israeliano (credo). Impossibile che voglia venire a lavorare in Italia, nonostante il sole e il mare. In effetti, non viene in un ateneo italiano - a venire pagato di meno e combattere con normative deliranti, servizi precari e personale amministrativo per lo più non qualificato - va all'Istituto Universitario Europeo di Fiesole, che la UE classifica come Italia. Ah, ora si capisce.

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