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venerdì 2 settembre 2016

Se Atene piange..., ovvero Erasmo insegna alla "Sapienza" (Qualità dei cataloghi 8)

Se la qualità dei cataloghi lascia molto a desiderare, naturalmente ogni tanto possiamo consolarci che il "resto del mondo" non è meglio.

1) Il primo caso, particolarmente simpatico, l'ha notato Luca.
Naturalmente sono molto fiero di insegnare nello stesso ateneo di Erasmo da Rotterdam (e poi, diciamocelo, neanche a Harvard hanno un umanista così...).



Certo però che un grande editore come Rizzoli non abbia nemmeno una fotografia di Erasmo, che figuraccia. Oops, non mi ricordavo che la fotografia l'hanno inventata dopo, sarà stato Galileo, o qualcuno del genere. Ma possibile che uno debba sapere tutte queste cose noiose per lavorare in una casa editrice?

P.S. Per i curiosi, è la biografia di Emanuele Lelli.

2) Comunque, è noto che i libri di carta sono superati, la cultura umanistica pure, e quindi guardiamo ai luminosi esempi di Mountain View, California: p.es. Google Scholar.
«Maso Finiguerra» è un'interessante rivista degli anni Trenta, duplicata, ma entrambe le volte l'orefice del Quattrocento è diventato autore (una volta Lamberto Donati e Finiguerra, una volta Finiguerra e Donati: sennò che gusto c'è a duplicarla?).
Chissà questo M. Finiguerra come sta a citazioni, magari potremmo offrirgli una cattedra col "rientro dei cervelli".


3) Come si sa, la linguistica è una scienza, non è normativa, e come si stabilisca il significato di una parola è questione complessa (anche se probabilmente la risposta migliore è sempre quella di Alice nel paese delle meraviglie).
Però, per il mio italiano, le eroine dei romanzi non hanno mai avuto la barba (salvo forse qualche vecchia strega).
Ma è sicuramente più aggiornato di me, in quest'epoca di tanti cambiamenti del costume, il redattore (o redattrice) della casa editrice, a cui auguriamo un futuro professionale costernato di mitigati successi...

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