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martedì 20 settembre 2016

Microbiblioteche in giro: belle domande da un articolo francese

L'articolo segnalato da Luca su «LivresHebdo», Les bibliothèques à la lumière des «boîtes à livres», pone delle domande molto interessanti.
Le mini- e microbiblioteche "spontanee" sono ormai un fenomeno molto diffuso, in tanti posti e in tanti modi. Ci sono, a quel pochissimo che ho visto, parecchie reti (di promozione e supporto), e anche parecchie persone o gruppi che, sembra di capire, partendo dalla promozione pensano di poterci anche fare qualche soldino.
Di particolarmente bello a mio parere, rispetto p.es. al bookcrossing, ci sono almeno due cose, il "contenitore" e il pluralismo (non si pensa, giustamente, di intrupparsi tutti in una stessa rete: di recinti dove vorrebbero farci entrare tutti ce n'è già troppi).
Con il contenitore, voglio dire che anche se piccolo come una cassetta postale, meno di una casa di bambole, è sempre una biblioteca, un "tempietto" (come del resto le microcappelline che si incontrano in montagna).
Se a qualcuno s'aggriccia la pelle per il sottinteso "biblioteca come tempio del sapere", mi dispiace ma secondo me sbaglia: sono d'accordo che è un'espressione insopportabile alle nostre orecchie moderne, ma qualcosa di "sacro" c'è, c'è poco da fare. Un "sacro" - almeno secondo me - del tutto laico, ma sarebbe discorso lungo.
Lasciamolo stare, e limitiamoci, per il "contenitore", a vedere quanto sono belle, e spesso fantastiche, tante di queste microbiblioteche, come quelle che si vedono digitando "little free library" in Google Immagini.
Una molto carina l'avrete vista sulla copertina di «Biblioteche oggi» di dicembre 2014, dove c'è il bell'articolo di Fabio Venuda sulle biblioteche di condominio.


Torniamo alle domande.
Rischi ce ne sono, è chiaro, rischi di commercializzazione, di propaganda, di superficialità, di comodissimo alibi per le amministrazioni (anche a Londra dicono che, invece delle biblioteche che chiudono, metteranno qualche scaffaletto di libri nei centri fitness, come fosse cosa comparabile).
Rischi di scollamento rispetto alle biblioteche (quelle "vere"), come dice benissimo il primo commento all'articolo. (Che non rappresenterà la categoria dei bibliotecari, altri la penseranno diversamente, ma a pensarla come lui sono sicuramente parecchi).
Per me - in due parole - sarebbe bello avere più boîtes à livres da una parte, e dall'altra biblioteche migliori, che siano più biblioteche "vere" (che fanno pensare e conoscere, non che fanno un po' di tutto e servono a poco più che a passare il tempo), possibilmente con un buon dialogo tra una parte e l'altra.
Anche le situazioni critiche delle biblioteche pubbliche francesi di banlieue, di cui si occupa Denis Merklen, Pourquoi brûle-t-on des bibliothèques?, si possono legare molto a questi discorsi, per i motivi che spiega appunto Merklen (distacco delle biblioteche dalle comunità, per la loro appartenenza al governo centrale o locale, e burocratizzazione della professione).

1 commento:

  1. A marzo di quest'anno è stata inaugurata una minibiblioteca a Pesaro, in un parco: http://www.viverepesaro.it/2016/03/08/inaugurazione-little-free-library-a-villa-fastiggi/579806/

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