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domenica 9 settembre 2018

Com'è davvero l'università italiana

Nell'oceano di stupidaggini che si dicono e si leggono sull'università italiana, sbagliando tutti i dati e senza capire nessuna questione (informarsi e ragionare, anche per i giornalisti, devono essere attività troppo faticose e time-consuming: come potrebbero fare, poveretti, a staccarsi un attimo da FB e Twitter...), qualche bella giornata capita di leggere quattro righe di uno che le cose le sa, ed è pure capace di ragionare.
Purtroppo in Italia non sai mai se avrai i fondi per fare ricerca, per far lavorare i giovani dottorandi, viaggiare o organizzare congressi. Per questo il paese attrae poco. Ma se penso alle lezioni che seguivo all'università, in giro per il mondo non ne ho mai ritrovate di altrettanto profonde. Speriamo che la fuga dei cervelli non rovini mai questo patrimonio.
È Alessio Figalli (Medaglia Fields 2018 per la matematica) sulla «Repubblica», che spiega per quale motivo, almeno per ora, non ha intenzione di tornare in Italia. Anche se la Sapienza gli aveva offerto - 9 anni prima della Medaglia Fields, dicesi 9: dopo sono buoni tutti - una cattedra a Roma per chiamata diretta.
Un ragazzo simpatico, liceo classico a Roma, poi la Normale a Pisa, e dopo il dottorato ottime offerte di lavoro a Parigi (CNRS), a Austin (Texas) e quindi a Zurigo (ETH).
Ma noi continuiamo imperterriti, dopo aver dato ai nostri figli una situazione peggiore di quella che abbiamo vissuto noi, a fare terra bruciata per i nostri nipoti. A cancellare l'Italia dalla carta geografica ci vuole tempo, almeno un paio di generazioni, ma ce la stiamo mettendo tutta.

P.S. Anche a proposito dell'invito della Sapienza sono state dette e scritte fesserie, i fatti si possono trovare a <https://www.roars.it/online/e-vero-o-falso-che-a-figalli-fu-proposto-un-concorso-su-misura/>.

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