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lunedì 20 febbraio 2017

Libri e lettura: che c'è di nuovo?

Nei primi mesi dell'anno escono in genere parecchi dati su quello precedente.
Fra le notizie segnalate nella colonna a fianco (e non solo), continua il periodo negativo per gli ebook.
(A proposito, non trovo da nessuna parte, in rete, che uno dei presunti esperti che hanno sostenuto per anni che ci sarebbe stata una crescita mirabolante e irresistibile, faccia ammenda, e provi a ragionare su come mai si è sbagliato).
In forte declino ormai da anni le vendite dei lettori dedicati (cfr. p.es. https://www.justpublishingadvice.com/the-e-reader-device-is-dying-a-rapid-death/), anche le vendite degli ebook sono calate nel 2016, nei paesi più avanzati: meno 16% negli Stati Uniti e, in Canada, un calo percentuale dal 19% al 16,8% del mercato.

Naturalmente gli e-reader hanno i loro utenti affezionati, che però costituiscono (non si vede come potrebbe andare diversamente) una nicchia, costituita da lettori forti (con prevalenza di donne, e probabilmente anche di persone di mezz'età e anziane, ma è difficile trovare dati in proposito). Chi non legge molti libri, non ha motivo di avere un e-reader. Qualche grossa innovazione tecnologica o commerciale potrebbe smuovere un po' il mercato, ovviamente, dato che si sa che una grossa fetta della vendita di apparecchietti dipende dai regali, dalla volontà di apparire davanti agli altri o in anticipo, ecc. Ma non si vede come le cose potrebbero cambiare in modo sostanziale (a meno che non aumenti molto la quota di lettori forti, ma questo è veramente molto improbabile: semmai sembra tendere a diminuire).
Altro fattore, già notato p.es. da Roberto Casati, è la preferenza per apparecchi multifunzione, soprattutto perché molti stanno poco in casa (dove semmai s'impiccano alla televisione, come dice Prosperi) ed è noioso portarsi dietro tante cose.
Tuttavia, anche il tablet - che è stato subito indicato come il primo killer degli e-reader - non gode di buona salute. Terminata l'ubriacatura del doverlo comprare per forza, per non rimanere indietro rispetto agli altri che ce l'hanno già, le vendite si sono appiattite.
Gli unici dati sicuri, a quanto pare, sono quelli dell'iPad, ancora sceso nel 2016 (il massimo delle vendite è stato toccato nel 2014, e nel 2016 sono riscese al livello del 2011).
Sempre secondo i dati Apple, invece, va a gonfie vele l'iPhone: sembra confermarsi, insomma, che i prodotti "ibridi", a metà tra il cellulare e il computer, sono destinati a scarsa fortuna, dopo la corsa iniziale all'acquisto e al regalo. Resiste bene, anzi forse in lieve aumento, appunto il classico computer (Mac).
Ma il commercio degli apparecchi ha un interesse relativo in sé (almeno per chi non li produce né li vende): sono i comportamenti che ci sono dietro a essere più interessanti. È chiaro che il telefono basta, per lo più, perché le cose che ci si fanno sono elementari, frammentate, brevi (leggerci o scriverci cose consistenti è una sofferenza). Tipo di apparecchio e tipo di consumo (o d'interazione) vanno insieme, ovviamente, con buona pace di chi s'immagina il contrario. Chi si disabitua a testi lunghi e complessi (e quindi anche a pensieri complessi) ovviamente si allontana anche dalla lettura (di libri, in qualsiasi forma). All'inverso, ci sono invece indizi che chi legge tenda ad allontanarsi dagli apparecchi, e ad apprezzare di più la carta, perché l'uso degli apparecchi è già per tutti gli altri motivi troppo frequente e intenso
(http://www.publishersweekly.com/pw/by-topic/digital/retailing/article/70696-as-e-book-sales-decline-digital-fatigue-grows.html).
(Trovate a https://recto3verso.blogspot.it/2016/10/tecnologie-previsione-e-analfabetismo.html un po' di dati e riflessioni per il periodo 2010-2015).

Anche i primi dati italiani sulla lettura nel 2016 sono piuttosto negativi, anche se è difficile dire se le piccole oscillazioni di anno in anno hanno qualche credibilità, o possono rientrare semplicemente nei margini di approssimazione della rilevazione. Rispetto al 2015, resta all'incirca stabile il numero dei lettori forti (la solita pattuglia di 3 milioni abbondanti), mentre il calo maggiore è tra i lettori occasionali (da uno a tre libri all'anno). Insomma, com'è ormai tipico del nostro paese da molti anni, è la cultura di base che arretra, si adatta a un livello di semialfabetizzazione (che è quello che fa più comodo sia a gran parte della politica che a gran parte del business).

P.S. Gli studenti non sanno scrivere (polemica dei giorni scorsi, con una ridicola reazione corporativa di alcuni professori di linguistica). Spiacevole, ma abbastanza inevitabile, visto che non leggono. Ma come, dirà qualcuno, leggono FB, WhatsApp, gli sms, e a volte anche i titoli nei siti Web... Già, avete mai sentito dire di qualcuno che ha imparato a nuotare semplicemente lavandosi le mani o i denti?

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