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domenica 29 ottobre 2017

Il catalogo di Pulcinella (Qualità dei cataloghi 14)

Nella letteratura bibliotecaria ci sono tante belle frasi su a che cosa servono le biblioteche, e sul fatto che le biblioteche producono informazioni bibliografiche di qualità. Ci fanno anche molti elmetti sul fatto che i cataloghi devono essere orientati agli utenti.
Poi, nel mondo reale, uno va a cercare i dati di un libro (anche solo per la pigrizia di digitarli) e trova roba così:






















Autore «Antonio Iurilli» o «Iurilli, Antonio»? In macchina, sul continente si tiene la destra, in Gran Bretagna si tiene la sinistra. In questo catalogo, invece, uno dritto e uno a rovescio, come capita. Dovrebbero fare un viaggio di studio a Napoli, dove il traffico è molto elastico, ma la differenza tra la destra e la sinistra la sanno benissimo.
Bella anche la data: c'è (©2017) o non c'è ([2017])? Mi raccomando l'orientamento all'utente, che riceva delle informazioni chiare e comprensibili.
(Che questo risultato assurdo e ridicolo derivi da norme precise, e non da un errore, lo so: sono le norme applicate a essere assurde e ridicole).
Serie: da quasi mezzo secolo in tutto il mondo si mette il punto e virgola tra titolo e numero (ISBD), per motivi facili da capire. Non la virgola. Sempre per la serie, «no.» è inventato e sbagliato: la serie, col suo numero, è in francese, non in inglese. (Noi italiani abbiamo l'utile abitudine, consacrata dalle Regole, a omettere questa indicazione; chi non ce l'ha, deve riportare questa informazione in modo corretto).
En passant, è anche sbagliato il numero: è il 574, non il 547. Catalogatore che non sa leggere i numeri romani? (L'originale, come si vede sotto, porta «N° DLXXIV»). Forse da una professione intellettuale si può pretendere che s'imparino anche i numeri romani. Peraltro, sul dorso c'è il numero arabo, giusto, per chi ha proprio bisogno dell'aiutino.
Edizione/Formato: «Libro a stampa : Italian». Tradurre anche «Italian» era troppo difficile?
Non era mai capitato un libro in italiano e quindi nessuno se n'era mai accorto?
Voto: vogliamo lasciar stare queste stupidaggini, dato che non stiamo alle scuole elementari?
Soggetti: ma se è un libro di bibliografia di Orazio e sulla fortuna di Orazio, che c'azzecca «Horace» da solo? È un'offerta 3 x 2?























Genere/forma: il controllo singolare/plurale («Bibliographies»/«Bibliography») è troppo complicato da capire? E che ci si fa con quell'«History»?
Informazioni aggiuntive sul formato: questo campo è sicuramente di grande aiuto all'utente, ma a me purtroppo sfugge.
Persona incaricata: un gioiello! Incaricata di che? Comunque, il catalogo c'informa premurosamente che la persona incaricata è «Horace», ma ripetuta 4 volte (una però ha anche un punto).
Veramente ci sarebbe anche un'altra domanda da fare: se il catalogo è in italiano («Autore», «Libro a stampa», ecc.), e pure il libro è in italiano, che c'azzecca «Horace» in inglese? Ah, già, dimenticavo, è per l'orientamento all'utente. (La risposta esatta la so, naturalmente: ma le stupidaggini sull'orientamento all'utente non saranno mai canzonate abbastanza).

Molto interessante il campo {0}, anche questo sicuramente pensato per rispettare il principio che il catalogo è al servizio dell'utente. Per i curiosi, sono degli ISBN, ma non sono tutti (quelli che si dovevano riportare), alcuni sono riportati sbagliati, e tutti mancano della relativa spiegazione/riferimento. (Per chi volesse sapere come si riportano, basta prendere delle buone Regole di catalogazione, che includono tutti i casi applicabili qui).
Fermiamoci a Contenuti: così come non hanno deciso se tenere la destra o la sinistra, non hanno deciso neanche se «volume» si abbrevia «vol.» (per il primo) o «v.» (per il secondo).
En passant, qui si chiama «tomo», non «volume». Se ci si mette anche il termine, oltre al numero, ci si deve mettere il termine giusto.

Conclusione, ossia ennesima domanda retorica: un utente, vedendo questo, può pensare che i bibliotecari servano a qualcosa? Che quella del bibliotecario sia una professione? Che valga la pena di pagargli un stipendio?
Siamo seri, qualsiasi volontario, pensionato di buoni sentimenti, ragazzo in alternanza scuola/lavoro, può fare molto meglio di così, e gratis.
(E chiunque abbia un po' d'esperienza bibliografica, può scrivere regole di catalogazione molto meglio di quelle che producono questi obbrobri).





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