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sabato 2 dicembre 2017

De nuptiis Bibliographiae et Technologiae

Qualche giorno fa, è comparsa una nuova visualizzazione nell'Indice SBN, per i coautori, nella lista dei risultati.
(Alcune settimane fa, era stata modificata, ma in modo diverso, la visualizzazione dei coautori nel record completo).

















A occhio, dovrebbe essere una quarantina d'anni che i coautori, in quella posizione, erano scomparsi dai cataloghi italiani (da altri anche prima).
Pur rimanendo al loro posto in tutti gli altri posti, comprese le citazioni più sciatte, accanto agli AA.VV., e il Chicago Manual (con un goffo, complicato e pleonastico and al posto dell'elegante trattino). Complicato perché, come gli americani in genere ignorano, esistono anche altre lingue. Autori francesi e titolo francese ma and in mezzo? Mah. In quel che si vede gratis, sul loro sito, esempi che non siano in inglese non ce n'è, ovviamente, nemmeno uno.

Ma lasciamo stare la dilagante ignoranza linguistica e bibliografica, compreso il neo-isolazionismo, tanto adatto ai tempi, in cui di stranieri si occupano soltanto gli xenofobi.
E festeggiamo queste belle nozze, tra il modo più chiaro e civile di presentare un libro di due o tre autori e il database bibliografico disegnato con più anticipo sui tempi.
(Chissà quanti decenni dovremo aspettare per avere un MARC, o non-MARC o post-MARC, che sappia trattare le relazioni autore-titolo, e magari perfino dei Principi di catalogazione che non propongano la pecetta «Febvre, Lucien. Apparition du livre», da paleoinformatico particolarmente maldestro, che non solo non sa di legami in un database, ma neanche di mascheramento di articoli. E poi non sa dove mettere questo "coso", che non è né un autore né un titolo, e così inventa una terza categoria, come in Library of Congress Authorities. «Waste the time of the reader (and of the librarian)», come diceva quello strano bibliotecario col nome lungo e una faccia da extracomunitario).

Il matrimonio pare sia avvenuto in forma strettamente privata, forse il 25 novembre (ma il nostro benemerito cronista non è riuscito a saperne di più). Del resto, forse era meglio prevenire il rischio d'irruzione di qualche gang di semianalfabeti, di quelli che credono che la Terra sia concava e al centro, che coincide con il centro di una grande ragnatela, ci siano le loro ontologie (una diversa per ciascuno, naturalmente).



Qualcuno pensa che non durerà perché, come tutti sanno, c'è un nuovo mirabolante standard che a 7 anni, povero bimbo, non ha ancora imparato cosa sono i coautori, e si rifiuta di imparare roba così difficile (a scuola si va per divertirsi e giocare col telefonino!).
Ma non potevate, a quel povero bimbo, leggergli i fratelli Grimm? O almeno Hänsel e Gretel, per prepararlo all'idea? Senza nominargli gli autori, d'accordo, perché è parola non adatta ai bambini di quell'età, bisogna ancora parlargli solo del Creatore. Tutte le cose del mondo si sa che le ha fatte uno solo, maschio, e in una lingua universale.
Quando diventerà grande, non ci sarà più posto per chi ancora è attaccato ai retaggi ancestrali, di quando si facevano dei libri, spesso da soli ma a volte anche in due o tre, tra amici, o tra un maestro e un allievo. Relazioni omosessuali, va benissimo, come tutte le altre, ma fare un libro insieme, via, è un peccato innominabile.

Come tutti sanno (si dice così, anche se in questo caso ne dubito un po'), con il nuovo grande standard la registrazione di un eventuale secondo autore, nei cataloghi, è diventata facoltativa.
È quindi il catalogatore a dover valutare, caso per caso, se Martin (un qualsiasi Martin, ce ne sono tanti...) meriti di essere inserito in catalogo. Purché, naturalmente, qualche hard-boiled manager del Processing Department non mandi un bel memo ai dipendenti che ciò che non è obbligatorio non si deve fare mai, perché la catalogazione - pardon, il metadata management, in biblioteca non si devono più dire parolacce che iniziano per ca... - è per definizione troppo costosa. (Anche le biblioteche sono costose, e anche l'istruzione, come dice il famoso motto: purtroppo non solo l'ignoranza, ma anche i manager sono molto costosi, e fanno danni in misura direttamente proporzionale a quanto costano).

Un amico ottimista, d'altra parte, mi segnala che non ho proprio motivo di preoccuparmi, in questo caso (semmai per Franco Lucentini, o per Federico Engels), dato che il Febvre-Martin si legge nelle scuole per bibliotecari di tutto il mondo (salvo in Italia e in Francia, questi paesi latini sempre così arretrati, che ancora coltivano antiche usanze tribali come parlare di libri ai futuri bibliotecari...).

Si sa che i matrimoni non sempre durano, ma intanto festeggiamolo. Magari, se la coppia dura, potrebbe fare dei pargoletti, capaci di parlare un linguaggio comprensibile (cosa che sembra non interessare a chi fa i cataloghi o le relative norme) e perfino di comunicare con quegli strani alieni che leggono i libri, e qualche volta li scrivono anche. Anzi, si ingegnano a continuare a leggerli, e a scriverli, anche se perfino nelle biblioteche si cerca di inculcargli l'obbligo di guardare solo il video.

P.S. Il titolo non l'ho rubato ad Alfredo Serrai, me l'ha prestato... Scherzi a parte, polemizzare evidentemente fa bene alla salute, fisica e mentale. Del prestito, non se ne avrà certo a male.

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