Cerca

giovedì 30 giugno 2016

Qualità dei cataloghi

Ogni tanto si sente ancora dire che i bibliotecari italiani si occupano troppo di catalogazione, sono maniaci della catalogazione, spaccano il capello in quattro, e così via.
Può darsi che fosse vero una trentina d'anni fa, ma sono almeno vent'anni che non è proprio così, e anzi le persone che si intendono a fondo (o si interessano) di catalogazione sono oggi, mi sembra, piuttosto poche.
(Il famoso Biglietto per Susanna di Luigi Crocetti è del 1993).
Naturalmente ci sono tante altre cose di cui interessarsi, o che può essere utile conoscere in modo approfondito.
Ma i cataloghi sono uno dei "biglietti da visita" delle biblioteche, una delle cose che sono viste da più persone (compresi tutti gli utenti a distanza), e spesso si presentano molto male.
(Una serie di slide in proposito si può vedere a https://www.academia.edu/9807497/Quality_of_library_catalogs_and_value_of_good_catalogs_Slides_)
Si può obiettare, ovviamente, che gli utenti leggono poco le informazioni catalografiche, e le capiscono ancora meno (ma questo dipende anche da noi, o no?). Si usa dire che gli utenti dei cataloghi si dividono in due categorie, quelli (la grande maggioranza) che non li leggono, e quelli (una piccola minoranza) che non si fidano di quello che c'è scritto.
Può darsi, ma entrambe queste categorie sono importanti, e per entrambe si possono fare molte cose (anche poche alla volta, e piccole).
In questa sorta di "rubrica", segnalerò qualche esempio. Senza preoccuparmi, di solito, di "anonimizzarli": tutti possono sbagliare, com'è ovvio, anche nelle migliori biblioteche si può fare qualche svarione, e il problema non è chi ha creato questo o quel record (che poi, in un catalogo condiviso, sono di tutti).
Quello che conta è lavorare con il cervello acceso e gli occhi aperti, e gli errori, quando si fanno, correggerli.

2 commenti:

  1. Si', e' decisamente vero, purtroppo.
    Senza arrivare al paradosso del soggetto attribuito al "Tartufo" di Molière (visto con i miei occhi), tanti sono gli interventi di bonifica che potrebbero essere portati avanti, pur a piccoli passi, nei nostri cataloghi.
    Invece, sembra prevalere l'interesse per i cosiddetti cataloghi arricchiti - di cui, per primo mi risulta abbia parlato Revelli al termine degli anni '90 - "linkati" e "linkabili" (e chi piu' ne ha piu' ne metta), mentre della qualita' si interessano in pochi...

    RispondiElimina
  2. Il "Tartufo" è meraviglioso, da collezione!

    RispondiElimina