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venerdì 24 giugno 2016

Brexit (off-topic?)

Lo so, questo non è un blog di politica.
Almeno l'istruzione e l'informazione, però, sono cose che ci riguardano.
A quanto pare (non ho visto ancora i dati dettagliati), i giovani hanno votato massicciamente Remain (che continua a prevalere, un po' meno, fino ai quarantenni). E i giovani, però, vanno a votare molto meno dei pensionati.
"Se l'affluenza è stata alta in generale (72,2 per cento contro il 66,1 delle ultime elezioni parlamentari), tra chi ha rinunciato a esprimersi è molto alta la percentuale dei giovani sotto i 24 anni, che però hanno votato in blocco per il Remain. Un dato, questo, largamente previsto, poiché nelle elezioni generali dello scorso anno l'affluenza dei giovani inglesi è stata tra le più basse in Europa, con il 43 per cento contro il 78 per cento dei pensionati.
E c'è poi il dato sul livello di istruzione, con gli elettori laureati che al 71 per cento ha votato contro la Brexit e quindi per stare in Europa, il 29 per cento a favore."
(http://www.repubblica.it/esteri/2016/06/24/news/brexit_la_mappa_del_voto-142716610/).

La Gran Bretagna sarà (sarà stata) la mecca delle biblioteche, ma i disinformati vincono tranquillamente sugli informati (i pensionati sono forse quelli che pagheranno il conto più salato, forse anche peggio dei giovani). E i giovani - che sono normalmente il grosso del pubblico delle biblioteche - sono più inerti degli anziani (hanno anche peggiori competenze di lettura, secondo un'indagine che ho citato altrove).

Ma andiamo all'istruzione e alla ricerca:
"se la Gran Bretagna non sarà nell'Unione i suoi studenti non potranno beneficiare dei  programmi per la ricerca e l'innovazione europea come Horizon 2020, che hanno liberato una quantità di risorse destinate alla ricerca incomparabile con quella di cui avrebbe potuto disporre ciascun singolo stato membro" (ivi).
Immagino che ci saranno anche dei grossi problemi (se non peggio) per Erasmus.
La propaganda, come si sa, parla di soldi (di tasse) che da un paese vanno a Bruxelles: "non vogliamo dare soldi alla UE o ad altri paesi" (virgolette per capirci, non sto citando nessuno in particolare).
Magari non tutti sanno che in UK, per la ricerca, arrivano molti più finanziamenti UE di quando UK contribuisca ai relativi fondi (informazioni di questo tipo si trovano abitualmente in ROARS).
Un guaio, naturalmente, anche per studenti e ricercatori italiani, già tanto tartassati in patria:
"Studiare in Inghilterra sarà ancora di più un privilegio da ricchi. Oggi per i cittadini europei la retta annuale di una Università è di 9mila sterline (12mila euro), mentre per gli “studenti internazionali” (cioè quelli non-Ue) è molto più alta, e varia dalle 14mila alle 19mila sterline (dai 16 ai 22mila euro). In caso di Brexit gli italiani pagheranno di più.
Saranno svantaggiati anche i ricercatori italiani, i celeberrimi “cervelli in fuga”. E’ probabile che verranno tagliati i fondi per la ricerca, perché molti vengono da finanziamenti Ue."
(http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06/23/brexit-sei-buoni-motivi-almeno-per-cui-allitalia-non-conviene/2854451/)

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