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giovedì 15 febbraio 2018

Biblioteca digitale all'italiana

Di assurdità e sprechi, purtroppo, le biblioteche digitali all'italiana offrono continui esempi, che comprovano che chi reinventa la ruota se l'immagina di solito quadrata (solo in formato immagine, solo una pagina alla volta, senza legatura e carte di guardia, ecc.), e comunque si guarda bene dal provare a vedere se rotola (cioè se va bene a chi prova a usarla). Magari dà un'occhiata alla grafica dell'homepage perché la ditta strapagata proprio ci tiene, ma via, chi penserebbe mai che le biblioteche digitali sono fatte per essere usate? Ranganathan serve solo per citarlo ai congressi.
Cercando un volume che mi occorre della «Rivista delle biblioteche» di Guido Biagi, noto con piacere che in Google Books (dove tempo fa quel volume mancava) è comparso, e si tratta anzi della copia della Biblioteca nazionale di Roma.


Una volta salvato (certo, per vederlo e salvarlo bisogna fingere di essere un cibernauta americano, ma ormai lo sanno tutti e i siti proxy allo scopo abbondano), vado a vedere per curiosità in SBN e nel catalogo della biblioteca.
Naturalmente, che esista in digitale, deve rimanere un ben celato segreto. "Al contadino non lo far sapere...", diceva mia nonna.


Così l'utente italiano il digitale non lo vede (se non sa il trucco), e soprattutto l'utente della Biblioteca, tapino, magari deve fare la richiesta, compilare il modulo delle fotocopie (almeno oggi, per fortuna, si può fare qualche foto da sé), ecc. ecc.
A me l'esterofilia gratuita dà sui nervi, ma quando si vedono queste cose bisogna dire che gli americani, alla loro maniera terra-terra, una cosa così clamorosamente autolesionista, e priva di qualsiasi senso comune, difficilmente la farebbero.
Si sa che noi italiani abbiamo più fantasia...

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