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sabato 12 novembre 2016

Molto di più di una biblioteca. O anche molto di meno?

Molto belle le segnalazioni di http://nordic.businessinsider.com/these-three-beautiful-and-futursitic-nordic-libraries-are-set-to-become-big-tourist-attractions-2016-11? (nella colonna dei Tweets). 
Ma, ormai da molti anni, quando si segnala una nuova biblioteca (la si vuol fare, la si progetta, la si inaugura, ecc.), il luogo comune è che è "molto di più di una biblioteca". Questo "di più", in genere viene indicato per prima cosa come "anche un luogo d'incontro".
Parecchi anni fa mi chiesero una breve intervista alla radio, su questo, che occupai per provare a spiegare che un "luogo d'incontro" è molto di meno, e non di più, di una biblioteca. Di luoghi d'incontro ce ne sono tanti. Una buona biblioteca è naturalmente, da sempre e comunque, anche un luogo d'incontro (per quelli che ci vanno, ovviamente). Un bel luogo d'incontro non è una biblioteca.

Ci viene sempre e comunque rifritta una sorta di hall d'aeroporto, con "tanto spazio" (ma perché?), che evidentemente attrae da morire gli architetti. Ma attrae anche qualcun altro? Dico a starci, non a vedere la fotografia. Non a passarci davanti qualche minuto con la tipica modalità del turista che dà un'occhiata a tutto. Le biblioteche non saranno fatte per starci, a fare qualcosa, invece che per fotografarle?
Mio figlio fa delle bellissime fotografie di ghiacciai, deserti, e così via. Fotografie meravigliose di posti bellissimi e assolutamente inospitali agli umani (che gli umani vanno a vedere, se ce la fanno, ma non vanno a viverci).


Dopo lo spazio (tanto e vuoto), immancabili le poltroncine (e magari anche le vetrate e/o terrazze).
Bel posto, d'accordo, ma che c'entra?
Per i tempi della vita come sono per la maggior parte della gente, forse può servire il sabato e la domenica (o di parcheggio per le solite, ristrette, fasce).
In queste progettazioni ci si ricorda degli anziani, che sono una fascia sempre crescente della popolazione? Ci si ricorda di chi lavora, e alla biblioteca potrebbe forse passare, di fretta, se la biblioteca fosse organizzata un po' meglio per lui? Per queste due (larghe) fasce, i grandi spazi vuoti sono probabilmente quanto di peggio si può immaginare. Dare un'occhiata alla progettazione delle librerie, fatta spesso con più senso pratico e della realtà, non potrebbe aiutare?

In molti articoli, della biblioteca che sta nel nuovo bellissimo e vuotissimo "coso" non si dice proprio nulla.
O ne è già un'appendice trascurabile, o lo diventerà, dato che è già sostanzialmente inesistente nel messaggio che si propone.
Libri, meno ce ne sono meglio è, meno si vedono meglio ancora. Se ci sono, è la solita roba che sta in qualsiasi centro commerciale.
Anche i bibliotecari, naturalmente, scompaiono (con i connessi posti di lavoro), dato che la biblioteca è l'ultima cosa di cui la Biblioteca (quella nuova e meravigliosa da fotografare) si occupa.
Del resto, a che serve avere libri e bibliotecari? Per andare a leggere sulle poltroncine al sole, un libro se lo possono portare da casa. E poi perché leggere, che non interessa più a nessuno? La gente si può mettere sulle poltroncine a giochicchiare col telefonino, che sicuramente si porta da casa.
Oltre ai libri e ai bibliotecari, si può eliminare anche il nome di "biblioteca", appena possibile.


Di tutto ciò, ci dobbiamo pure congratulare?
Bisognerà metter su, semiclandestinamente, delle biblioteche alternative, piene di libri (magari con poco spazio), e fatte per stare con i libri? Oppure per prenderli e riportarli (ma è pensiero troppo terra-terra per il brave new world che ci raccontano)? Biblioteche che corrispondano allo spirito dei lettori invece che a quello dei non lettori? Per chi ama i libri invece che per chi meno li vede e meglio si sente?
La battaglia per le biblioteche pubbliche è stata combattuta (e in parte vinta) da persone che volevano diffondere l'amore per il libro, per la lettura, per la conoscenza, per la diffusione della cultura. Ora viene perduta da persone che non si sa che cosa vogliano.

1 commento:

  1. E' una riflessione stimolante ed è tutto vero.

    Tuttavia, l'anno scorso ho fatto un lungo giro in Finlandia con la famiglia in camper e abbiamo usato spesso le biblioteche come punto di appoggio e luogo di sosta lungo il percorso. Ho un ricordo di biblioteche non solo belle, non solo bene organizzate, ma anche ben frequentate. Da giovanni, da anziani, ma anche dalla generazione di mezzo, dalla generazione attiva. E di libri ce n'erano tanti.
    Non è che gli spazi, soprattutto se belli, siano da disprezzare; nella nostra società liquida o atomizzata, la gente ha fame di spazi per incontrarsi fisicamente: basta vedere il successo di spazi che fino a qualche decennio fa non c'erano, come ad es. il Porto Antico a Genova il Parco della Musica a Roma, di cui oggi non sapremo fare a meno.
    Da questo punto di vista investire in belle biblioteche è un'azione sociale importante, a contrasto del degrado sociale e della periferia che troviamo anche in centro città.
    Piuttosto, nella mia esperienza locale, quello che mancano sono i libri: gli spazi non sono necessariamente scandinavi, ma sono dignitosi: ma i libri sono pochi, rovinati dal continuo uso e mai sostituiti o rinnovati, le novità sono assenti, l'area che si respira è quella dello strapaese e del servizio "residuale". Aria che vi assicuro non si respira in una bibioteca di una qualunque piccola cittadina finlandese.
    Quindi, ben vengano le biblioteche e che vengano belle! e quindi vengano i fondi per farle funzionare e per continuare ad essere vitali, cioè ad avere uno scambio con l'esterno, comprando libri e attirando nuovi utenti. E poi dopo aver fatto le biblioteche, bisogna fare i bibliotecari! ed assumerli!

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